Il Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX ospita la mostra JIA RUSKAJA: danzò e piacque. Costumi, fotografie, documenti (1921 – 1940), ideata dalla Fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza a cura di Giuseppe Tramontano.
La mostra propone un inedito e affascinante percorso fra abiti di scena, bozzetti, fotografie, programmi di sala appartenuti a Jia Ruskaja.
Il Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX ospita la mostra JIA RUSKAJA: danzò e piacque. Costumi, fotografie, documenti (1921 – 1940), ideata dalla Fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza a cura di Giuseppe Tramontano.
La mostra propone un inedito e affascinante percorso fra abiti di scena, bozzetti, fotografie, programmi di sala appartenuti a Jia Ruskaja.
La mostra si articola in un percorso espositivo di abiti di scena realizzati dal 1935 al 1939, di cui Ruskaja è stata coreografa, nonché costumista, vere e proprie opere d’arte ideate insieme alla sua disegnatrice personale Eugenia Rossi. I costumi storici selezionati sono stati analizzati e tutti descritti analiticamente attraverso una ricerca scientifica condotta nell’archivio storico della Fondazione da Gianluca Bocchino, ed è stato possibile ritrovare tutto il materiale documentale asservito alla realizzazione dello spettacolo coreutico. Gli abiti, in questo modo, sono stati contestualizzati storicamente, nonché è stato possibile realizzare lo storytelling del singolo brano coreutico, analizzando ogni costume dalla sua prima idea creativa sino alla realizzazione materiale. I capi sono confezionati da celebri sartorie, come Palmer, Werther, Idarella, note soprattutto in ambiente teatrale.
A corredo della mostra sono esposti i bozzetti che rivelano la cura e la sapienza con cui Ruskaja ha dato forma alle sue creazioni coreutiche. Dalla collezione fotografica sono in mostra tutte le immagini che ritraggono le danzatrici che hanno indossato quegli abiti durante gli spettacoli. Importante testimonianza sono, inoltre, i programmi di sala, che descrivono l’attività della scuola ruskajana.
A concludere la mostra una selezione di fotografie di Jia Ruskaja che ripercorrono la sua vita artistica di danzatrice e coreografa: celebri sono gli scatti di Anton Giulio Bragaglia e Ghitta Carell.
I visitatori saranno condotti in un vero e proprio percorso, fortemente immersivo, in cui ogni abito o elemento a lei collegato è esposto come un’autentica opera d’arte in grado di raccontare infinite storie.
Gianluca Bocchino
“Le danze della Ruskaja esprimono attraverso la potenza del linguaggio plastico ogni più profondo stato d’animo. Nitide nel disegno, immediate nell’espressione, le danze appartengono ad un’arte serena, squisitamente mediterranea”.
Dal programma di sala Concerto di Danza, Maggio Musicale Fiorentino, 1935
An exhibition entitled JIA RUSKAJA: She danced and entranced. Costumes, photographs, documents (1921 – 1940), devised by the Fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza and curated by Giuseppe Tramontano, is currently on view at the Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX. It offers an unprecedented and fascinating journey through the stage costumes, sketches, photographs and theatre programmes that belonged to Jia Ruskaja.
The exhibition features a collection of costumes created between 1935 and 1939 for shows of which Ruskaja was both the choreographer and costume designer; they are real works of art which she created together with her personal designer Eugenia Rossi. The historical costumes featured were all analysed and described methodically through a meticulous research conducted in the Foundation’s historical archives by Gianluca Bocchino, and it has been possible to track down all the documents and material regarding the production of the choreographic performances. In this way, it has also been possible not only to place each single costume in context and to tell the story of each individual choreography, but also to analyse each costume, from its original sketch to its actual realisation. The garments were produced by costumer-makers such as Palmer, Werther and Idarella, all well-known theatrical ateliers.
Accompanying the exhibition are sketches that reveal the care and skill which Ruskaja put into to her choreographic creations. The photographs on display portray all the dancers who wore those costumes during the various performances. The theatre programme notes describe the activities of Ruskaja’s school.
Last but not least is a collection of photographs of Jia Ruskaja that take us through her artistic life as dancer and choreographer; those taken by Anton Giulio Bragaglia and Ghitta Carell are particularly iconic.
Visitors will be taken on a highly immersive journey in which each garment or accessory is displayed as an authentic work of art that bespeaks infinite stories.
“Ruskaja’s dances express the deepest of moods through the powerful medium of a sinuous language. There is purity in their design, immediacy in their expression: these dances belong to an art which is serenely and exquisitely Mediterranean.”
From the programme notes of Concerto di Danza, Maggio Musicale Fiorentino, 1935
Translated from the Italian by Simonetta Allder