Nel segno della Bellezza
La Fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza nel percorso della sua programmazione triennale, quest’anno ha affrontato il tema Bellezza declinandolo attraverso la figura della sua fondatrice Jia Ruskaja.
L’evento inaugurale di tale programmazione si svolgerà giovedì 8 giugno 2023 alle ore 17.30 presso il Teatro Ruskaja dell’Accademia Nazionale di Danza.
Durante l’evento sarà presentato al pubblico il Jia Ruskaja. La dea danzante di Gianluca Bocchino.
Il volume – edito da NeoClassica e in libreria dal 15 giugno – costituisce la prima biografia scientifica contenente informazioni e fotografie inedite della danzatrice tartara, giunta in Italia nel 1921 con il nome di Evgenija Borissenko.
L’evento è realizzato dalla Fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza per il progetto 2023 “Bellezza” dedicato a Jia Ruskaja nell’ambito del settore “Promozione danza ricambio generazionale” del Fondo Unico dello Spettacolo (FUS) del Ministero della Cultura (MiC).
L’evento vede il Patrocinio della Regione Lazio.
Sino ad oggi non era stato possibile ricostruire il suo percorso storico-biografico, per via delle scarse fonti certe; ma con il ritrovamento di nuovi documenti, conservati presso l’Archivio Storico della Fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza – in cui è convogliato anche l’Archivio privato di Ruskaja – l’autore Gianluca Bocchino ha riportato nel libro in maniera rigorosa la vita di una delle figure più discusse del XX secolo.
Danzatrice, coreografa e teorica della danza fondò l’Accademia nel 1948 e successivamente, nel 1963, L’Opera dell’Accademia Nazionale di Danza oggi Fondazione, per prestare assistenza morale e materiale agli studenti.
Grazie alle conoscenze teorico analitiche, intrecciate con le pratiche e la ricerca, Ruskaja ha creato l’impostazione pedagogica e il percorso formativo che oggi sono alla base degli studi coreutici: la sua indagine aperta a un’ottica internazionale fu anticipatrice dell’impostazione universitaria che ha oggi l’Accademia Nazionale di Danza.
“La Signora” – così la chiamavano le sue allieve, di cui il volume è ricco di testimonianze – è stata diva e icona glamour della danza libera italiana; ha intessuto rapporti pubblici e privati con le maggiori personalità della cultura, dell’arte e della politica del Novecento; ha conosciuto politici e statisti come Dino Alfieri, Giuseppe Bottai, Gaetano Martino, Aldo Moro, Giulio Andreotti. Ha ballato con Anita Amari, Cia Fornaroli, Charlotte Bara. Ha convolato in seconde nozze con Aldo Borelli, direttore dal 1929 al 1943 del Corriere della Sera. È stata ritratta da Fortunato Depero, Giuseppe Amisani, Giacomo Balla, Enrico Prampolini. A lei hanno dedicato poesie Trilussa, Aldo Palazzeschi, Maria Brusati Ferrario.
Il libro racconta in maniera scientifica senza tralasciare il lato romantico e avventuroso, la vita di una donna dalla personalità volitiva e attraente, la cui intelligenza e sagacia le hanno concesso di entrare nel mondo coreutico a partire dagli anni del Futurismo, per ritrovarsi regina della danza nel ventennio fascista, superando con non poche difficoltà la Seconda guerra mondiale ed entrando negli anni repubblicani attraverso un savoir-faire dal sapore democristiano.
La sua forte personalità, sintesi di varie epoche, etnie e temperamenti l’hanno resa Jia Ruskaja, la dea danzante.
Durante la serata saranno eseguite due coreografie ruskajane tratte dal celebre film Giuditta e Oloferne (1928) di Baldassarre Negroni, di cui la stessa Ruskaja fu protagonista. Le danze sono state ricreate impegnando due giovani studenti dell’Accademia Nazionale di Danza (Erica Modotti e Simone Martinelli) sia nell’interpretazione, sia nella ricostruzione degli abiti di scena.
I giovani artisti hanno studiato e analizzato i brani e hanno condotto una ricerca sullo stile coreutico della danzatrice tartara, coadiuvati dall’esperienza esperienza di allieva di Ruskaja di Chiara Zoppolato, che li ho supportati e seguiti nella ricostruzione.
Infine, la FAND ha incaricato un giovane dress designer per la realizzazione degli abiti di scena – perduti – indossati da Ruskaja nel film, con particolare attenzione alle stoffe e agli elementi decorativi dei costumi al fine di ricreare una performance filologicamente corretta.